Validazione italiana del Personal Authority in the Family System Questionnaire (PAFS-Q).
Il PAFS – Personal Authority in the Family System (Bray, Williamson & Malone, 1984) è un questionario self-report che ha l’obiettivo di fornire una misura della percezione di un individuo rispetto al suo contesto relazionale intergenerazionale, con riferimento alla differenziazione e intimità nella famiglia di origine e nelle altre relazioni significative. Lo strumento operazionalizza costrutti teorici centrali nelle teorie familiari intergenerazionali (Bowen, 1978; Boszormenyi-Nagy & Ulrich, 1981; Williamson, 1981, 1982), utili sia in ambito clinico che di ricerca, quali lealtà, aspettative, mandati, confini, invischiamento, differenziazione, autorità personale.
Il questionario prevede tre versioni: una rivolta ad adulti con figli (versione A), una per adulti senza figli (versione B), e una rivolta a studenti universitari senza figli (versione C).
La ricerca prevede la validazione italiana del questionario, focalizzandosi attualmente sulle versioni A e B, quelle rivolte ad adulti con e senza figli. Il questionario è composto da 8 dimensioni che esplorano il continuum tra fusione-differenziazione e isolamento-intimità, la presenza di dinamiche di triangolazione, l’intimidazione intergenerazionale, e l’Autorità Personale.
Ad oggi, sono state concluse alcune fasi della ricerca:
Fase 1. La back to back translation (Brislin, 1970; Chen e Boore, 2010) e la commissione di esperti (Tsang et al., 2017) per verificare l’accuratezza della traduzione e apportare eventuali modifiche.
Fase 2. Somministrazione pilota preliminare (Perneger et al., 2005) a una popolazione non clinica con l’obiettivo di avere un primo feedback sulla comprensione degli item da parte di persone ignare della teoria.
Fase 3. Face validity.
Attualmente, l’APF-ricerca è impegnata nello scoring dei questionari somministrati a una popolazione non clinica per avviare le analisi statistiche necessarie alla validazione.
Sono state coinvolte circa trecento persone ma perché possa considerarsi sufficiente per la validazione è necessario ampliare il numero dei questionari e diversificare la popolazione coinvolta.
Parallelamente, inizia la somministrazione alla popolazione clinica con un controllo pre e post la terapia.
Vuoi contribuire alla raccolta dei dati?
Scrivi a: apfricerca@accademiapsico.it
Per saperne di più. Al seguente link è possibile acquistare l’articolo “Strumenti di ricerca: l’adattamento italiano del Personal Authority in the Family System – PAFS”, pubblicato sulla rivista di Terapia Familiare: https://www.francoangeli.it/Riviste/SchedaRivista.aspx?IDArticolo=65376&idRivista=68&titolo=strumenti+di+ricerca%3a+l%27adattamento+italiano+del+personal+authority+in+the+family+system+-+pafs
Expectation in Couple Therapy Scale – L’Aspettativa nella terapia di coppia
Quando un paziente decide di intraprendere una psicoterapia porta con sé alcune risposte a interrogativi centrali: La terapia servirà? Avrò dei benefici dal percorso? Quale trattamento è più adeguato per me?
Le risposte a queste domande indicano che il paziente, nel momento in cui inizia una psicoterapia, ha delle aspettative e delle preferenze sulla terapia stessa, sul modello, su se stesso in qualità di paziente, e sul terapeuta.
L’aspettativa influenza in modo significativo gli atteggiamenti e i comportamenti delle persone (Kelley, 1950). Nella ricerca sull’efficacia delle psicoterapie i ricercatori si sono interrogati circa il peso specifico di questo fattore, “comune” e “non-specifico”, rispetto all’outcome. Alcune meta-analisi hanno evidenziato, nell’ambito delle terapie individuali, che l’aspettativa iniziale nella fase pre-trattamento prediceva significativamente l’outcome (Constantino, et al., 2011), o ancora che l’aspettativa interveniva come mediatore o moderatore dell’outcome (Westra et al., 2011) ad esempio nel moderare l’associazione tra rottura dell’alleanza terapeutica – fattore aspecifico significativamente associato al successo del trattamento – e aspettative successive alla rottura.
Nell’ambito della terapia di coppia la ricerca sull’aspettativa mostra un minor numero di contributi di ricerca, sia perché i trattamenti congiunti rappresentano complessità aggiunta rispetto alla terapia individuale (ci sono due pazienti e quindi due aspettative iniziali, non sempre convergenti) ma anche perché non sono disponibili in letteratura strumenti self-report utili a valutare l’aspettativa dei partner in terapia.
L’APF-ricerca persegue un progetto di ricerca che si inserisce in questa cornice teorica.
La ricerca nasce in collaborazione con l’Università di Albany (NY), e si pone l’obiettivo di costruire un questionario self-report, breve e valido, per rilevare l’aspettativa di ciascun partner in terapia di coppia.
Il questionario, ECTS – Expectation in Couple Therapy Scale, è nato in parallelo in doppia lingua – inglese e italiano – con l’obiettivo di rilevare l’aspettativa di ciascun partner in terapia di coppia rispetto ai ruoli e all’outcome, oltre alle preferenze per gli interventi terapeutici. L’ECTS si compone di due parti, la prima rileva il grado di accordo su una scala Likert a 9 punti (da estremamente in disaccordo a estremamente in accordo) in merito ad affermazioni riguardanti l’aspettativa dei clienti su ciò che potrebbe accadere durante la terapia di coppia. La seconda parte della scala, invece, rileva la preferenza dei clienti per un determinato modello di intervento terapeutico, scelto sulla base della letteratura sulla efficacia della psicoterapia: approccio sistemico, approccio cognitivo-comportamentale, approccio focalizzato sulle emozioni.
A settembre 2019, durante il Convegno annuale della Sezione di Psicologia Dinamica e Clinica dell’Associazione Italiana di Psicologia, è stata presentata una preliminare analisi dei dati della ricerca. Al momento, sono state coinvolte 18 coppie che hanno compilato prima dell’avvio della terapia il questionario ECTS e il Dyadic Adjustment Scale (DAS, Gentili et al., 2002 – per la misurazione dell’adattamento diadico). I risultati di questo studio pilota sembrano indicare valide potenzialità dello strumento nella possibilità di discriminare i tipi di conclusione delle terapie e dunque fornire indicazioni utili al terapeuta che incontra la coppia.
Allo stato attuale, la ricerca è in corso: è necessaria la raccolta di ulteriori questionari per ampliare e ripetere le analisi svolte e valutare qual è il peso e il ruolo dell’aspettativa nella terapia di coppia.
In secondo luogo, andrà ampliato il gruppo di coppie a cui viene somministrata la scala delle aspettative in un secondo tempo durante la terapia, con l’obiettivo di rilevare se l’incontro con il terapeuta reale e le prime esperienze di sé e del partner in terapia, possono modificare (ed eventualmente in che misura) l’aspettativa e la preferenza espresse prima dell’avvio della terapia. Al momento, infatti, la seconda somministrazione è stata proposta solo a 7 coppie e i dati non hanno mostrato differenze significative nei punteggi tra le due somministrazioni, ma il gruppo è veramente esiguo.
In ultimo, il progetto di ricerca ha come obiettivo la valutazione della relazione tra l’aspettativa e l’alleanza terapeutica.
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Al seguente link è consultabile lo Special Issue del Mediterranean Journal of Clinical Psychology, che include l’abstract del contributo di ricerca presentato dall’APF-ricerca al XXI National Congress Italian Psychological Association, Clinical and Dynamic Section, Milan 27-29 September 2019: http://cab.unime.it/journals/index.php/MJCP/issue/view/200/showToc